L'ape indaffarata non ha tempo per rattristarsi.
(William Blake)


Ormai la moria di api e insetti impollinatori è una notizia sempre più diffusa. Sebbene le cause siano diverse, l'utilizzo di pesticidi ne è la causa principale. Come il cibo e l'habitat dell'uomo, anche quello delle api risulta pesantemente contaminato e dai pesticidi.


Per evitare la moria delle api sarebbe importante ridurre l'utilizzo di insetticidi e fungicidi, per consentire il recupero delle popolazioni di insetti minacciate dalla loro presenza. Sono fondamentali anche gli apicoltori che sono in grado di favorire il rinnovamento delle risorse naturali senza sfruttarle all'eccesso.

Da un rapporto dell'Unione Internazionale per la conservazione della natura risulta che il 10% delle specie selvatiche di api sarebbe in via di estinzione e un altro 5% sarebbe a rischio. Una delle principali cause sono proprio i pesticidi, i quali influenzano l'apprendimento, l'orientamento, la capacità riproduttiva e i comportamenti di questi insetti. 


A sottolineare questa situazione piuttosto drammatica, recenti studi hanno rilevato che:

  • nel 62% dei casi di alveari analizzati è stato rilevato un pesticida;

  • nel 38% dei casi era presente la combinazione di due pesticidi;

  • nel 39% dei casi la concentrazione di pesticidi è stata trovata oltre il limite di sicurezza per il consumo umano
  • nel 13% dei casi la quantità trovata era oltre la soglia di tossicità per le api.

Il seguente grafico mostra gli incrementi di decessi immediatamente dopo la revoca del divieto di utilizzo di prodotti pericolosi per le api

In tutte le righe sono riportati valori assoluti. In ascissa la percentuale dei campioni morti analizzati e il rinvenimento di residui di clorpirifos-etile e/o imidacloprid.

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